Mutilatore Nero

Da Miniature Fantasy.

Esterno

Taglia: Media

GS: 3

Allineamento: Neutrale Malvagio

Iniziativa: +0

  • Difesa

Classe Armatura: 19 (+4 Des, +5 naturale), contatto 14, colto alla sprovvista 15

Dadi Vita: 4d8+4 (25 pf)

Tiri salvezza: Temp +5, Rif +4, Vol +4

Qualità speciali: RI 10, riduzione del danno 5/magia, odore, non può essere sorpreso, trasferimento

  • Attacco

Velocità: Volare 12 m (perfetta)

Attacco: Morso +10 mischia 2d6 o tentacolo +7 mischia 1d8 + 1d4 acido

Attacco completo: Morso +10 mischia 2d6 e tentacolo +7 mischia 1d8 + 1d4 acido

Spazio/Portata: 3 m per 3 m/1,5 m

Attacchi speciali: -

  • Statistiche

Caratteristiche: For 15, Des 18, Cos 12, Int 5, Sag 17, Car 10

Attacco base/Lotta:

Talenti: Multiattacco

Abilità: Nascondersi +7, Orientamento +7, Ascoltare +7, Seguire Tracce +4

Linguaggi: Vedi testo

  • Ecologia

Ambiente: Qualsiasi

Organizzazione: Solitario

Tesoro: -

Avanzamento: -

Modificatore di livello: 3-4 DV (Medio); 5-7 DV (Grande)

Se uccide un essere intelligente, girovaga disorientato e senza meta, cercando in qualche modo di ricostruire la sua vita, ma rimane praticamente ignaro di essere diventato un mostro. Durante i periodi di luna piena, le memorie della creatura vengono completamente perse, e il mutilatore nero ritorna al suo stato naturale, riprendendo a cacciare per sopravvivere.

I mutilatore neri non si riproducono. Provengono da un altro piano dimensionale, ma quale sia questo piano e come facciano ad arrivare nel Primo Piano Materiale è ignoto.

I mutilatori neri sono quasi ciechi, e contano sul loro olfatto per percepire ciò che li circonda. Penso che non possano vedere molto lontano da loro anche se, stranamente, riescono a percepire facilmente le superfici solide.

Usando questa strana percezione riescono a passare attraverso le porte e a girare dietro agli angoli, oltre a seguire i movimenti di spade, lance e specialmente armi con l’asta.

  • Combattimrento

Trasferimento: Quando uccide una vittima, un mutilatore nero assume la sua personalità e frammenti della sua memoria.

I tentacoli del mutilatore nero emettono una sostanza acida usata per la digestione.

I mutilatori neri hanno una debolezza: le armi magiche. Per tutte le altre armi è difficile farsi strada attraverso la loro pelle insolitamente resistente.



Mentre passavo attraverso il bosco, mi legai i capelli indietro e mi strinsi ancora di più nel mantello, una difesa temporanea ma solida. L’ampia e soffice superficie avrebbe reso difficile alla creatura percepirmi.

I mutilatori neri, tuttavia, possiedono un senso dell’olfatto molto acuto, e possono avvertire la presenza di ogni cosa vivente che si avvicini a meno di un tiro di sasso. Ho trattato il tessuto del mantello con foglie di menta, per confondere il mio odore. Ogni estratto aromatico di vegetali è eccellente per questo scopo; avevo esitato ad usare profumi di origine animale, perché avrebbero sicuramente attratto la creatura (e altri poco piacevoli abitanti delle distese selvagge, per questo). Non dovevo preoccuparmi del rumore, perché i mutilatori neri non hanno orecchie.

Quella cosa contorta e insanguinata una volte era umana...forse. Non avrei saputo dirlo con certezza – ogni particolare riconoscibile era stato rimosso. Le condizioni in cui giaceva il cadavere e l’odore che pervadeva l’aria potevano essere causati solo dal crudele mostro che stavo inseguendo: un mutilatore nero. Mentre mi rialzavo, il tappeto di mosche che aveva ricoperto il corpo fino a poco prima ritornò al suo macabro banchetto. La forma contorta - morta da poche ore – venne di nuovo avvolto dagli insetti. Un arco e una faretra giacevano lì vicino.

Forse la vittima era stata una donna dei boschi, come me. Mi inginocchiai sul terreno per cercare le tracce della creatura.

La rugiada era completamente evaporata, ma il sole faceva luccicare alcuni fili d’erba scintillanti.

Non luccicavano a causa del sangue, ma per l’icore nerastro che la creatura faceva gocciolare dopo essersi nutrita. Il liquido nero e i corpi erano le uniche cose che si era lasciata dietro. Niente orme, né segni di artigli. Avrebbe continuato a non lasciarsi dietro altro, a meno che non avesse bisogno di qualche mezzo migliore per uccidere una grande animale.

Seguii la sua traccia, anche se sapevo che sarebbe svanita velocemente – come la vita delle sue vittime. La bestia di solito manteneva una direzione fissa dopo essersi nutrita, diventando errabonda solo quando sarebbe stata di nuovo affamata. I resti della poveraccia che avevo trovato erano un motivo sufficiente per essere sicura: la creatura era sazia. La traccia era ben visibile, e la seguii velocemente. Con un po’ di fortuna, l’avrei raggiunta come avevo raggiunto i suoi simili che avevo inseguito, e finalmente la zona sarebbe stata libera per sempre dalla loro diabolica malignità per sempre. Mi domando se la parola "diabolica" sia appropriata. Anche se avevo passato quasi un anno al servizio della mia dea come guerriera, sapevo che la mia vera vocazione era uccidere i mutilatori neri finché non ne sarebbe rimasto nessuno in questo mondo – o nel prossimo, se fossi riuscita a garantire anche questo.

Forse il desiderio della mia dea era questo: che uccidessi mutilatori neri ogniqualvolta ne avessi la possibilità. Non importava. Dea o no, dovevano morire tutti. La traccia conduceva in un bosco lì vicino.

Mi preparai, stringendomi nel mantello.

Invece passai senza troppa attenzione attraverso i cespugli, cercando di spingermi più all’interno del bosco mentre potevo ancora seguire la traccia di arbusti spezzati e chiazze di icore che lasciava la creatura mentre levitava sopra al terreno. Arrivai ad un punto dove il liquido nero aveva formato alcune pozze. Erano piccole pozze, ognuna conteneva non più di qualche stilla, ma erano al di fuori del sentiero. Mi immobilizzai.

Era un indizio evidente che la creatura era rimasta in quel punto per un po’. La traccia si fermava, il che significava che poteva essere solo volata sopra di me. Non l’avevo vista mentre mi avvicinavo.

La mia unica speranza era che non mi stesse cercando, ma che avesse annusato l’odore di un cervo e che stesse aspettando di scendere sulla preda quando questa si fosse avvicinata.

I mutilatori neri spesso cacciano in questo modo: preferiscono galleggiare nell’aria per poi fermarsi quando sentono l’odore di qualcosa che vogliono divorare. Se stava veramente cacciando, la creatura doveva essere molto più grande di quanto avevo pensato la prima volta – era presto perché un mutilatore normale avesse di nuovo fame. A meno che... Poteva benissimo essere che stesse cacciando me. Rabbrividii al solo pensiero.

Solo una volta avevo incontrato un mutilatore abbastanza intelligente per ragionare in questo modo, capace cioè di accorgersi di essere cacciato.

Fui in grado di seguirlo e coglierlo di sorpresa.

Temevo che questo mutilatore avesse invece colto di sorpresa me. La mia testa era rivolta verso il basso per guardare le pozze dell’appiccicoso icore nero, e il cappuccio del mio mantello era ben calato sulla fronte.

Non potevo guardare verso l’alto senza tradire i miei sospetti, così osservai attentamente il terreno alla ricerca di un’ombra. Era lì.

La creatura si era sistemata fra i rami bassi di un albero alla mia sinistra, leggermente dietro di me. Non si muoveva. Cambiai leggermente la mia posizione, in modo da vedere la bestia al limite estremo della mia visuale periferica. Aveva allungato i tentacoli e si erao avvolta ad alcuni rami – una posizione dalla quale non poteva muoversi velocemente.

Aveva intenzione di nascondersi, credendo che passassi oltre? E come si era accorta di me, prima di tutto? Proprio allora, la creatura emise un suono sibilante.

I tentacoli di quella bestia, avviluppata ai rami, rilasciarono un acido che corrose persino parte della pianta. Quell’emissione significava che aveva ogni intenzione di venirmi a prendere.

Cercai in fretta il mio pugnale, e chiusi le dita attorno all’impugnatura proprio mentre un suono secco e terribile proveniva dall’albero del mutilatore.

Mi mossi immediatamente, non mi importava nemmeno che il mantello potesse rivelare la superficie dura delle frecce nella mia faretra. Il grosso ramo sul quale stava il mutilatore mi cadde vicino con un tonfo, mancandomi per poco.

Aveva usato l’acido dei suoi tentacoli per farsi strada nel bosco, e poi mi aveva lanciato addosso un ramo. Tutto questo era insolito – nessuno degli esemplari che avevo incontrato aveva mai usato armi improvvisate prima. Era forse una nuovo genere di mutilatori? Non avevo tempo per riflettere sul problema. Corsi dietro ad un albero e sporsi la testa per sbirciare: lo vidi muoversi alla mia sinistra.

Guardai dall’altra parte dell’albero e vidi che stava volando direttamente verso di me! Spostai il pugnale nella mano sinistra, estrassi la spada e feci tre passi indietro.

Avrebbe dovuto superare l’albero per raggiungermi, e il momento in cui avrebbe girato mi avrebbe dato un leggero vantaggio. Il mutilatore – come previsto – girò intorno all’albero, mentre i suoi tentacoli si contorcevano nell’aria come se stesse afferrando liane invisibili che pendevano in tutte le direzioni.

La bestia – completamente nera – si muoveva ondeggiando e scendendo, persino barcollando, come se la gravità stessa cambiando in modo casuale intorno ad essa. Colava icore nero e acido. Si voltò per raggiungermi.

In quel momento colpii e mi mossi nello stesso momento. La spada mancò il bersaglio, ma il pugnale tagliò uno dei suoi tentacoli.

Emise un orribile verso, mentre altro icore sgorgava dalla ferita. Un terribile odore di bruciato si levò dalla mia scapola sinistra, mentre l’acido corrodeva il mio mantello.

Gettai via il mantello – sembrava che la bestia potesse percepirmi chiaramente, e non potevo rischiare di danneggiare la mia armatura. Tagliai la fibbia sul mio mantello il più velocemente possibile, e lo lascia cadere per terra, mentre mi muovevo ancora. Il mutilatore nero aveva cambiato direzione. Poiché i mutilatori non hanno faccia – e quindi non hanno una "parte frontale" – la creatura non aveva nessun problema a invertire improvvisamente il suo incedere. Scese su di me velocemente, lasciandomi poco tempo per reagire.

Puntai la mia spada verso l’alto per ricevere la sua carica e mi preparai a tagliare ancora col pugnale. L’orrenda bestia mi atterrò sopra, e contemporaneamente spinsi la spada verso l’alto per quanto mi era possibile.

La colpii nel tentacolo più grosso, attraversandola da parte a parte. Ululò, gli altri tentacoli si avvolsero sulla mia spada, e tirò indietro con forza, portando la mia arma con sé. Impalata, la creatura si contorse a mezz’aria, ululando e sbattendo contro gli alberi, corrodendone le cortecce con il suo acido. Feci un passo indietro, cercando di far allontanare la bestia dalla mia spada, che era ormai coperta di sangue e acido. Speravo di poterla recuperare e anche di poterla usare per qualche altro colpo, se i miei guanti di cuoio avessero resistito all’acido per un tempo sufficiente. La creatura si avventò di nuovo contro di me, evidentemente ignorando qualsiasi dolore provasse.

Si muoveva molto più veloce di quanto pensassi, e improvvisamente fu proprio di fronte a me, muovendo i suoi tentacoli in un’orribile frenesia.

Si avvolsero facilmente intorno a me, coprendomi la faccia e circondandomi il collo.

L’acido bruciò la mia pelle e raggiunse i muscoli quasi istantaneamente, causandomi un dolore atroce che mi fece quasi svenire. La creatura si era attaccata al mio petto, e ora stava usando tutti i tentacoli per tenermi. Incrociò i tentacoli sulla mia schiena e iniziò a premere, cercando di corrodermi e spezzarmi in due. Afferrai il mio pugnale e la colpii ripetutamente, senza alcun risultato: continuava a tentare contemporaneamente di strangolarmi e tagliarmi in due. L’acido passò attraverso la pelle del mio collo, e vidi il mio sangue rosso colare sopra alla creatura nera. Probabilmente non sarei uscita dal bosco viva, ma volevo essere sicura che neanche il mostro ce l’avrebbe fatta. Smisi di colpire con il pugnale, afferrai l’arma a due mani e la spinsi dentro la bestia fin quando mi fu possibile. Sentii il mio stesso urlo gorgogliante mentre l’acido scavava il mio collo. Non so quanto tempo fosse passato prima che mi svegliassi, ma doveva essere mattino, perché c’era la nebbia sul terreno.

Mi alzai e mi resi conto che potevo vedere chiaramente le cime degli alberi attraverso la nebbia.

La spada e il pugnale scintillavano di una curiosa luminescenza che non avevo mai notato prima.

Mi avvicinai a loro, ed ebbi l’impressione di scendere.

Prendendo la mia spada, vidi un tentacolo nero colante icore raggiungere l’elsa e stringerla.

In quel momento capii come facevano i mutilatori neri a riprodursi.

Galleggiai nell’aria, silenziosamente, nel profondo dei boschi, sperando di trovare qualche animale di cui nutrirmi, sperando di non sentire mai il bisogno di carne umana.